12 febbraio 2009

che cosa vogliamo fare?ripartire da noi ,ora,subito!!!

riprendiamoci , napoletani ...e perchè no anche italiani...... io riparto da me, e voi ......Ho scelto la foto di mio figlio per rappresentare il gruppo ,perchè è lui ,la mia motivazione più grande ,vorrei regalargli una napoli diversa... e tu ? Vuoi essere di quelli che dicono ‘E cosa possiamo farci?´´ E´ così che va il mondo"o di quelli che amano sperare e cercano incessantemente, senza fermarsi sulla superficie delle cose,unisciti a noi e riprendiamoci Napoli .Andando a scovare con curiosità nel passato scopriamo infatti che già qualcuno (poco prima di essere ammazzato) aveva espresso tali idee durante un discorso avvenuto ben 40 anni fa. Era il 18 marzo del 1968 e Robert Kennedy pronunciava queste parole: “Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell´ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell´indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l´inquinamento dell´aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l´intelligenza del nostro dibattere . Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell´equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto ma non se possiamo essere orgogliosi di essere cosi.” Straordinario discorso!!! Quanti se lo ricordano? Chissà, se qualche ambizioso politico si permettesse il lusso di farlo oggi, a distanza di quarant´anni… probabilmente farebbe la stessa fine..Non esiste più un colore politico ma esiste il colore della tua coscienza .........ripartiamo da noi
vi invito cari amici napoletani ad inviarci all'indirizzo mail del gruppo tutte le vostre proposte grazie
riprendiamocinapoletani@live.it

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